martedì

IL MARKETING DELLE MALATTIE - Come creare malattie e malati -

Di Antonella Randazzo


Negli ultimi anni sono proliferati gli operatori del marketing che utilizzano la sensibilizzazione ai problemi sanitari come uno strumento potente per vendere farmaci. Sono aumentate a dismisura anche le pubblicità dei farmaci. Ad ogni ora del giorno vengono trasmessi spot per incrementare le vendite di prodotti farmaceutici contro il mal di testa, mal di schiena, mal di gola, raffreddore, ecc. Per rendere più accattivante il messaggio pubblicitario, le aziende farmaceutiche talvolta utilizzano i camici bianchi o, nelle campagne promozionali, anche personaggi noti, che diventano testimoni del "vissuto di malattia". Ciò tende a suscitare fiducia, che poi viene ad essere fiducia nel farmaco. Talvolta vengono organizzate vere e proprie campagne di promozione di alcuni farmaci.
Il fenomeno è stato definito "commercio di malattie" (disease mongering), e consiste nella diffusione di informazioni riguardo a malattie o a presunte malattie, con lo scopo di vendere farmaci. Si tratta di promozione commerciale camuffata da campagna d'informazione sanitaria. Sempre più spesso queste campagne sono organizzate e finanziate direttamente dalle industrie chimico-farmaceutiche.
La portata del fenomeno è assai più ampia di quanto si possa credere. Si tratta di diffondere ansia e timori rispetto alla salute, e poi di proporre l'acquisto del farmaco come un risolutore del problema.
Alcune delle "malattie" propagandate sono la depressione, l'Adhd, il mal di testa e i disturbi dell'alimentazione.
Le campagne del "commercio delle malattie" non mirano a far comprendere davvero le radici del problema, ma a vendere farmaci.
Oggi il settore farmaceutico rappresenta uno dei settori di maggiore profitto per le industrie, e proprio grazie alla pubblicità e ad altre iniziative di marketing, il mercato si sta espandendo notevolmente.
Si tratta di un mercato che vuole continuare ad estendersi e ad imporsi, anche a discapito della salute umana. Spiega Roberto Satolli, presidente di Zadig (agenzia di giornalismo scientifico):

“Tutti gli attori in gioco hanno interessi solidali: gli specialisti, che possono aumentare i pazienti e di conseguenza il reddito... gli amministratori dei centri di diagnosi o di cura, che reclutano un maggior numero di assistiti e fatturano un maggior volume di prestazioni; i produttori di apparecchiature diagnostiche... non ultime le case farmaceutiche, che... agiscono come il vero motore di tutta la catena... in realtà a ben scavare, nascosto dietro il paravento di una società di pubbliche relazioni, si trova spesso il finanziamento di una o più aziende, soprattutto farmaceutiche. E lo scopo è quasi sempre lo stesso: amplificare l'importanza (per la gravità, diffusione, implicazioni economiche e sociali eccetera) di questa o quella malattia per assoldare pazienti, moltiplicare le prestazioni, potenziare le strutture, sviluppare l'attività... vale la pena di sezionare e smontare il meccanismo, per analizzarlo in tutti i suoi dettagli, al fine di difendersi meglio dalle pericolose distorsioni che può produrre sulla vita e sulla salute delle persone e della popolazione”.(1)
Addirittura, data la mole degli affari e il livello ormai altissimo di mistificazione, c’è chi si chiede se venga prima prodotto il farmaco e poi inventata e “divulgata” la malattia. Il “lavoro” dovrà consistere nel rendere patologico ogni sintomo o piccolo problema, per convincere ad usare tutta una serie di farmaci. In altre parole, si tratta del "disease mongering", ovvero delle tecniche per accrescere il numero delle persone che si sentono malate, al fine di vendere più farmaci. Spiega la rivista “PLoS Medicine”:
“Sotto l'etichetta di disease mongering vengono raggruppate tutte quelle strategie che puntano ad aumentare il numero di malati e di malattie con il solo scopo di allargare il mercato della salute. Anche se di questa pratica scorretta sono accusate principalmente le multinazionali del farmaco, tecniche analoghe possono essere messe in atto, per esempio, dagli specialisti, quando rivolgono improvvisamente la loro attenzione a particolari patologie, fino a quel momento "sottovalutate". Sono tante le tecniche a disposizione di un aspirante disease monger per creare più pazienti: trasformare uno stato da fisiologico a patologico (come nel caso della menopausa); inventare di sana pianta una sindrome, definendola in maniera ambigua (disfunzione sessuale femminile); cambiare la definizione di una patologia, esagerandone l'incidenza e sfumando volutamente la differenza tra casi gravi – da trattare con farmaci – e quelli più lievi che non necessitano di cure (Adhd); abbassare le soglie di riferimento sopra le quali sono consigliate terapie farmacologiche (livelli di colesterolo, pressione arteriosa); sponsorizzare un'associazione di pazienti per lanciare una campagna di sensibilizzazione su una malattia etichettata come "trascurata”.(2)

Ovviamente, ai gruppi farmaceutici non interessa la salute delle persone, anzi, più malati ci sono e più guadagnano, dunque interessa molto di più che le persone si sentano malate e, soprattutto, che credano di risolvere i propri problemi attraverso i farmaci. Le società farmaceutiche sono ormai diventate esperte nell’organizzare campagne “pro-malattia”, in cui assoldano “esperti” o persone che si presumono guarite dalle loro medicine. Per promuovere la malattia usano diversi mezzi: le riviste scientifiche e non, le associazioni, i medici, gli sponsor di vario tipo, ecc. Lo scopo è quello di convincere che è opportuno utilizzare i farmaci per ogni minimo disturbo.
La rivista "Pharmaceutical Marketing" ha spiegato in una “guida pratica all'educazione medica” come si debba creare il bisogno di cura prima di produrre il farmaco. A tale scopo occorre attivare scienziati di spicco, che durante i congressi parlino della “malattia”, della diagnosi e della cura.

Altre tecniche sono state spiegate da Philippe Pignarre, che per molti anni ha lavorato nell’industria farmaceutica. Egli sostiene che il settore farmaceutico è il “gioiello della corona del capitalismo” e che per mantenere alti i profitti si è disposti a tutto. Pignarre spiega alcune strategie impiegate di sovente: “si pubblica uno stesso articolo, sotto firme diverse, per aumentare la notorietà di una nuova molecola e suggerire ai medici che i suoi vantaggi sono stati davvero confermati; poi la si può addirittura commercializzare sotto due nomi diversi per imporla più rapidamente (strategia detta di co-marketing); infine si fa pressione per farla prescrivere in prima battuta, ecc. … C’è anche la ‘strategia di nicchia’: i laboratori propongono il loro medicinale nel sottodominio limitato di una patologia e in seguito ‘lavorano per allargare questa nicchia, preparando i medici al depistaggio e sensibilizzando sia la stampa che il grande pubblico. Si sono così visti nascere alcune ‘nuove’ turbe psichiatriche’, come certe forme di depressione breve o di schizofrenia precoce… Davanti alla difficoltà di trovare nuovi medicinali, i laboratori si accingono dunque a inventare nuovi pazienti per vendere i loro vecchi prodotti. A questo fine, essi ricorrono a tutti gli stratagemmi del sistema pubblicitario, utilizzando le tattiche di comunicazione che si indirizzano direttamente alle masse per il tramite dei media”.(3)
In una società in cui si semina paura, insicurezza e complessi estetici non è difficilissimo convincere qualcuno che c’è qualcosa che non va nel proprio organismo, e che dunque c’è bisogno di assumere farmaci.
Lo scrittore Ray Moynihan e il ricercatore Alan Cassels hanno scritto un libro dal titolo “Farmaci che ammalano e case farmaceutiche che ci trasformano in pazienti” (Ed. Nuovi Mondi Media, 2005), in cui raccontano dell’intento delle società farmaceutiche, espresso dal direttore generale della Merck, Henry Gadsen, di “creare farmaci per le persone sane, così da poter vendere proprio a tutti”.
Altri studiosi, come H. Gilbert Welch, autore del libro “Should I Be Tested for Cancer? Maybe Not and Here's Why” ("Devo fare un controllo per sapere se ho un cancro ? Forse no, ed ecco perché"), parlano di "epidemia di diagnosi", ovvero la smania di fare analisi e di capire se abbiamo qualche malattia. Si tratta di un'epidemia che coinvolgerebbe anche persone perfettamente sane o con disturbi che non richiederebbero alcuna cura farmacologica.

Il marketing delle malattie punta a renderci tutti malati, e a farci ritenere che la scienza possa risolvere anche gli scompensi psicologici che lo stesso ambiente mediatico ci spinge ad avere. Tale mercato tende ad ingigantire i problemi e a dare stime molto alte della loro diffusione (le cifre crescono di anno in anno), per far credere che facilmente si possa essere colpiti. La fonte da cui proviene l'informazione viene spacciata sempre per autorevole e "scientifica", per rendere l'informazione più persuasiva. Tuttavia, spesso i dati forniti e altri messaggi promozionali sulla malattia sono incontrollabili, perché non viene indicata precisamente la fonte. Il più delle volte si tratta di cifre approssimative o addirittura inventate. Gli sponsor delle campagne di marketing delle malattie tendono a nascondersi, per far apparire che l'informazione possa essere obiettiva in quanto non motivata da interessi economici. In molte campagne promozionali dei farmaci, gli sponsor (le case farmaceutiche) raggiungono i loro obiettivi grazie a programmi televisivi in cui l'informazione appare come dovuta a motivi di tutela sanitaria. Vengono utilizzati professionisti di marketing di alto livello, per rendere le campagne promozionali efficaci, e camuffare un'iniziativa di natura commerciale in uno spazio dedicato al bene comune.
Nel 2002, il British Medical Journal, a proposito del "commercio di malattie", scriveva che "si possono fare molti soldi dicendo ai sani che sono malati".(4)
Come osserva Satolli, l'apparato del marketing delle malattie è pronto a fornirci le sue soluzioni:
“La conclusione è in genere semplice, anzi semplicistica. Dopo aver ingigandito i rischi... si lancia in conclusione un messaggio rassicurante: niente paura, c'è qualcosa (un farmaco, un intervento, una cura) che risolve tutto senza difficoltà. A questo punto la comunicazione assume quasi invariabilmente una struttura retorica che si richiama alla funzione teatrale del "deus ex machina", cioè dell'intervento finale risolutore in chiave quasi miracolistica. Anzi si può dire che sia questa la struttura argomentativa tipica dei messaggi promozionali, nei quali l'informazione più importante (cioè quella che sta più a cuore a chi parla) anziché essere anticipata all'inizio, come nell'esposizione giornalistica, arriva spesso solo alla fine di un percorso che svolge la funzione di preparare all'apoteosi. Questo aspetto è talmente tipico, che può essere "patognomonico": quando si ha il dubbio che un messaggio abbia finalità promozionali, si può saltare in fondo: se nelle ultime righe è citato un farmaco risolutivo, probabilmente il sospetto è fondato”.(5)

Nel settore della produzione dei farmaci, soltanto sei corporation (Bayer, Glaxo, Pfizer, Aventis, Novartis e Roche) controllano il 70% dell'intero mercato mondiale, controllando anche la ricerca scientifica.
I cartelli farmaceutici hanno oggi un notevole potere di creare farmaci e di metterli in commercio senza accertarne i rischi per la salute di chi li assumerà. Gli effetti collaterali sono spesso talmente pesanti da generare vere e proprie patologie o da compromettere gravemente la salute del paziente.
L'industria del farmaco deve di tanto in tanto lanciare nuovi farmaci o sostituire quelli che sono stati identificati come gravemente nocivi. Per vendere i nuovi farmaci, deve suscitare nuovamente fiducia, e ha bisogno di sollevare un notevole battage mediatico. Un mezzo efficace è quello di utilizzare le riviste più autorevoli del settore scientifico. I lettori di queste riviste credono che gli articoli siano "obiettivi" e invece sempre più spesso sono sponsorizzati dalle case farmaceutiche allo scopo di sostenere un nuovo prodotto che metteranno presto in commercio.
Il Direttore Generale di United Health Europe, Richard Smith, in un discorso fatto presso la Medical Society di Londra nell'ottobre del 2004, spiegò il meccanismo di propaganda delle industrie farmaceutiche attraverso le riviste scientifiche:

"Le pubblicità possono essere spesso ingannevoli e i profitti nell'ordine dei milioni, ma le pubblicità stanno lì in bella vista, sotto gli occhi della critica... Il vero problema, ben più importante, ha a che fare con gli studi originali, in particolare i test clinici, pubblicati dalle riviste. Ben lungi dal far loro la tara, i lettori considerano i test controllati a distribuzione casuale come una delle più alte forme di evidenza. Un test su vasta scala pubblicato su una delle maggiori riviste possiede il marchio d'approvazione della rivista (a differenza della pubblicità), sarà distribuito in tutto il mondo e può ben ricevere una copertura globale dai media, specialmente se promosso allo stesso tempo dai lanci di stampa sia della rivista sia della costosa società di pubbliche relazioni, assoldata dalla compagnia farmaceutica che ha sponsorizzato lo studio. Per un'industria farmaceutica, un test dall'esito favorevole vale quanto migliaia di pagine di pubblicità, ragion per cui una compagnia arriva a spendere talvolta oltre un milione di dollari in ristampe dello studio da distribuire in tutto il mondo. I medici che ricevono le ristampe possono non leggerle, ma rimarranno impressionati dal nome della rivista sulla quale compaiono. La qualità della rivista consacrerà la qualità del farmaco... C'è una forte evidenza che le compagnie stiano ottenendo i risultati che vogliono, e ciò è tanto più preoccupante perché dai due terzi ai tre quarti degli studi pubblicati sulle maggiori riviste - Annals of Internal Medicine, JAMA, Lancet e New England Journal of Medicine - sono finanziati dall'industria ... sono disponibili varie strategie di pubblicazione per assicurare la massima esposizione di risultati positivi. Alcune compagnie sono ricorse al tentativo di sopprimere gli studi negativi, ma si tratta di una strategia rozza, che tra l'altro dovrebbe essere ben raramente necessaria se la compagnia sta ponendo le "giuste" domande. Una strategia di gran lunga migliore consiste nel pubblicare i risultati positivi più di una volta, spesso in supplementi alle riviste, che sono altamente vantaggiosi per gli editori e si sono mostrati di dubbia qualità... E' inoltre possibile combinare i risultati provenienti da differenti centri in molteplici combinazioni. Queste strategie sono state smascherate nei casi del Risperidone e dell'Odansetron, ma è un lavoro immenso cercare di scoprire quanti test sono davvero indipendenti e quanti, invece, sono semplicemente lo stesso risultato che viene pubblicato più e più volte."(6)

La fiducia acritica nella scienza e nella farmacologia è dovuta soprattutto alla propaganda mediatica che ogni persona subisce, e al prestigio di cui sono ammantati gli ambienti della scienza ufficiale. Eppure i fatti concreti rivelano che sia la farmacologia che la medicina ufficiale possono provocare malattie e morte. Oggi sarebbero circa 90 i morti al giorno in Italia per errori medici, per effetti collaterali dei farmaci o per malattie prese negli ospedali. Soltanto nel nostro paese dunque morirebbero almeno 30.000 persone all'anno a causa della medicina e di altri fattori correlati.
Peraltro, i cartelli farmaceutici sono oggi strettamente collegati alle maggiori aziende alimentari, come la Kellogg e la Nestlé. Tali società portano avanti ricerche sugli additivi alimentari, sui conservanti, sui coloranti o sugli "aromi". Negli ultimi decenni è aumentato considerevolmente sia l'uso di psicofarmaci, sia il fenomeno della sofisticazione alimentare, senza che le autorità abbiano mai sollevato il problema, nonostante le conseguenze drammatiche. Nessun cittadino viene mai avvertito dalle autorità circa i rischi che può correre assumendo un determinato psicofarmaco o consumando alimenti adulterati. Dunque, le nostre autorità rivelano anche in questo modo di essere sottomesse al potere del gruppo che controlla l'industria alimentare e farmaceutica, e di non avere alcun riguardo per la salute delle persone.

Per fare in modo che ogni disturbo abbia la corrispettiva cura, si etichettano come malattie anche piccoli disturbi, sintomi passeggeri o comportamenti. Tutto questo viene reso realistico attraverso statistiche e ricerche false o fittizie. In tal modo nascono cure farmaceutiche per la “timidezza”, le gambe stanche, la "fobia sociale" o la distrazione.
Anche la tristezza temporanea, magari per un lutto o un divorzio, può diventare una malattia curabile con psicofarmaci. Entrare in uno studio medico significa quasi sempre ricevere cure farmacologiche, anche quando varrebbe la pena chiedersi se il disturbo dipenda da insane abitudini alimentari o da altre cause non patologiche e facilmente evitabili.
Tutti sanno che i farmaci possono creare effetti collaterali, e dunque sarebbe meglio non assumerne se non c’è un’effettiva necessità. Assumerli quando si è sani, soltanto perché attraverso tecniche mediatiche ci hanno convinto che non lo si è risulta un paradosso che mostra tristemente il livello di potere che l’attuale sistema ha raggiunto sulle singole persone. E’ come se l’attuale gruppo al potere provasse piacere nell’avere la possibilità di constatare quanto gli individui siano diventati condizionabili. Come scrisse Ivan Illich, “la civiltà industriale crea nuove malattie e il sistema medico stesso è ben lungi dall’essere sano: Una struttura sociale e politica distruttiva trova il suo alibi nel potere di appagare le proprie vittime con terapie che esse hanno imparato a desiderare. Il consumatore di cure diviene impotente a guarirsi o a guarire chi gli sta vicino”.



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NOTE

1) Latronico Nicola, Rasulo Frank, Candiani Andrea, “Brain. Brescia Anesthesia Intensive Care Neuroscience”, Madeia, Napoli 2006, p. 155.
2) "PLoS Medicine", volume 3, numero 4, aprile 2006.
3) Gruppo Marcuse, "Miseria umana della pubblicità: il nostro stile di vita sta uccidendo il mondo", Eleuthera, Milano 2006.
4) Latronico Nicola, Rasulo Frank, Candiani Andrea, op. cit., p. 157.
5) Latronico Nicola, Rasulo Frank, Candiani Andrea, op. cit., p. 158.
6) Brani tratti dal discorso che Richard Smith pronunciò presso la Medical Society di Londra nell'ottobre 2004. Il discorso fu riportato nel gennaio 2005 dal bollettino di HealthWatch.

lunedì

Daniele Luttazzi: La Parola a Carlo Rubbia

Dal blog di Luttazzi, il pensiero di Rubbia sul problema energetico.

martedì

I PARAUMANI, OVVERO LE CREATURE IBRIDE

Di Antonella Randazzo


Premetto che questo articolo è molto duro da reggere, e ne sconsiglio la lettura a tutte le persone che hanno bisogno di credere che il sistema attuale possa essere tollerato o accettato con piccoli “aggiustamenti”, e che di solito non credono a quello che non proviene da fonti ufficiali (anche se è provato).
L’intenzione non è certo quella di impressionare qualcuno o soltanto di attrarre l’attenzione su un argomento assai controverso.
Si tratta di considerare fatti che suscitano un notevole sconcerto e producono un senso di repulsione, dando l’idea che gli attuali personaggi al potere non esprimono il loro livello di criminalità soltanto tramite le guerre e le torture, ma in molti altri modi, che riguardano da vicino tutti noi.
Si tratta, se ce ne fosse bisogno, di un’ulteriore prova del fatto che siamo dominati da persone con squilibri mentali abissali, capaci di commettere qualsiasi crimine finché noi glielo permettiamo.
L’argomento “esperimenti genetici” è trattato ormai da molte riviste, in modo più o meno corretto. Quello che di solito non si dice è il vero scopo di queste sperimentazioni e il livello che esse hanno raggiunto.

Il concetto di "paraumano" indica un ibrido umano-animale, che oggi esiste in molti laboratori genetici. Infatti, numerosi scienziati, per loro stessa ammissione, hanno effettuato esperimenti mescolando geni umani e geni di specie diverse. Da questi esperimenti derivano esseri chiamati dagli stessi scienziati “paraumani”, ovvero "ibridi umani-animali."
Questi esperimenti sono stati giustificati in vari modi. Ci viene detto che sono necessari per produrre organi da trapiantare, oppure per produrre medicine o cure più efficaci.

Nel 1998 le società Stem Cell Sciences e la Biotransplant hanno richiesto alla European Patent Office (EPO), l’Ufficio europeo dei brevetti, di accettare il brevetto di una tecnica atta a creare nuovi animali (transgenici) agendo sui geni. Queste aziende, nel 2000, comunicarono che stavano utilizzando cellule di feti umani allo scopo di creare embrioni uomo-maiale.
Ovviamente, dato che le leggi attuali vietano di clonare esseri umani o di creare ibridi umani, esse dichiarano di utilizzare poche cellule per produrre organi o tessuti per trapianti. Ma in realtà esiste un brevetto rilasciato dall’EPO (codice EP 380646 ) alla società Amrad, registrato dall’Ufficio brevetti europei il 20 gennaio del 1999, che consente la produzione di embrioni misti uomo–animale. La maggior parte degli scienziati sosterrebbe tali sperimentazioni, col pretesto che la scienza deve “andare avanti”.
Ai militanti di Greenpeace, che stranamente furono gli unici a sollevare obiezioni sul brevetto EP 380646, il professore Joseph Straus, membro della "Social Sciences, Law and Economics", rispose: “L'ufficio brevetti non è una commissione etica… In America o in Giappone si è molto meno rigorosi, e l'Europa rischia di finire superata nella ricerca scientifica”.(1)

Vi sono altre fonti che attestano l’esistenza di creazioni ibride umano-animali.
La rivista National Geographic del 25 gennaio 2005 riportava la notizia che nel 2003 un gruppo di scienziati cinesi della Seconda Università di Medicina di Shanghai, diretti dalla dottoressa Huizhen Sheng, aveva creato embrioni di cellule umane e di coniglio. Gli embrioni erano chimere umano-animale, e dopo alcuni giorni sarebbero stati distrutti. Dopo un po’ di tempo si scoprì che in realtà l’esperimento sarebbe stato fatto qualche anno prima e tenuto segreto, e che gli scienziati cinesi avrebbero creato oltre 100 embrioni di uomini-coniglio.
Nel 2004 i ricercatori della clinica di Mayo in Minnesota crearono maiali con sangue umano, e all’Università di Stanford in California, è stato fatto un esperimento per creare topi con cervelli umani.
Il direttore della Stanford University’s Institute of Cancer/Stem Cell Biology and Medicine in California, Irv Weissman si oppone ad ogni divieto che possa riguardare questo genere di ricerche, invocando la solita frase del “salvare vite umane”. Ricordiamo che tutte le autorità statunitensi, quando vengono messe di fronte alle loro responsabilità nelle guerre, torture, ecc. dicono di doverlo fare per “salvare vite umane”. Questa frase sembra essere diventata una sorta di formula magica per assolvere tutti i crimini e le nefandezze commessi dagli attuali personaggi al potere e da chi li sostiene.

Weissman ha creato topi con i cervelli che sono per circa l’uno per cento umani. Egli ha dichiarato di voler fare altri esperimenti, aumentando i geni umani immessi nei topi, fino a creare topi con cervelli di essere umano al 100 per cento, iniettando neuroni umani nel cervello di embrioni di topo.
Weissman ha detto di non essere uno scienziato pazzo, ma anche gli scienziati che facevano esperimenti nei lager nazisti dicevano la stessa cosa.
Guarda caso, questi esperimenti sono generosamente finanziati dai gruppi finanziari delle famiglie dei grandi banchieri “storici”, come il Rockefeller Group, il Rothschild Group, e il J.P. Morgan Group, che in passato finanziarono anche le ricerche eugenetiche. Queste persone hanno dato a Weissman ben 12 milioni di dollari, per creare ibridi umani.
Per rendere la cosa più accettabile e persino auspicabile, l’èlite al potere ha addirittura creato una setta che propaganda la necessità di migliorare geneticamente gli esseri umani. Si tratta del World Transhumanist Movement (Movimento transumanista) che è un gruppo fondato da persone oggi potentissime, ovvero diversi multimiliardari statunitensi. Fra i leader di questa setta troviamo Nick Bostrum, docente di filosofia presso l’Università di Yale (l'università dove si formano i rampolli dell'élite) e Gregory Stock direttore del programma di Medicina, Tecnologia e Società presso la School of Medicine dell'University of California di Los Angeles. Quest’ultimo ha scritto un libro dal titolo assai eloquente: “Redesigning Humans” (Riscrivere gli umani). Infatti, secondo i transumanisti occorre portare avanti “l'evoluzione della specie umana” attraverso le tecnologie, per raggiungere la “perfezione”. Questa “perfezione” consisterebbe in un corpo perfetto e sempre giovane e in una personalità priva di emozioni. Occorrerebbe, dunque, per raggiungerla, anche una manipolazione genetica oppure un microchip. La setta, al fine di raggiungere i propri obiettivi, non esclude né la clonazione umana né gli esperimenti di manipolazione genetica di vario tipo.
Com’è evidente, si tratta di un piano a dir poco sconcertante e pazzoide, ma purtroppo per alcuni diventa accettabile quando a propugnarlo sono personaggi di enorme potere, ovvero diversi miliardari e politici statunitensi.

Alcuni scienziati denunciano che la maggior parte degli esperimenti di manipolazione genetica non ha nessuna utilità di tipo medico, e che ci sono rischi e pericoli che attualmente non vengono considerati con la necessaria attenzione. Il dottor Leo R. Kass, ricercatore all’Università di Chicago, nel giugno 2001, disse: "Io sono qui per testimoniare in favore di un bando nazionale sulla clonazione umana, e in particolare della HR 1644, ossia The Human Cloning Prohibition Act del 2001…Permettere la clonazione umana vorrebbe dire sì al pericolosissimo principio secondo cui noi saremmo autorizzati a determinare e ridisegnare l'aspetto genetico dei nostri bambini. Se noi non desideriamo scendere e percorrere tale via eugenetica, un bando effettivo sulla clonazione di esseri umani è necessario, subito, prima che tutti noi si finisca travolti dal rapido procedere degli eventi."(2)

William Cheshire, professore di neurologia alla Mayo Clinic’s Jacksonville, in Florida, ammette: “Questo è territorio biologico inesplorato… Qualunque sia la soglia morale di sviluppo neurologico umano potremmo scegliere di stabilire il limite per esperimenti di questo genere, in quanto ci sarebbe un rischio considerevole di eccedere questo limite prima che possa essere riconosciuto… Dobbiamo essere prudenti nel non violare l’integrità della vita umana ed animale delle quali abbiamo la responsabilità di conservazione. I progetti di ricerca che generano chimere umano-animale rischiano di mettere in pericolo gli ecosistemi fragili, minacciano la salute ed insultano l’integrità delle specie”.(3)

Altri scienziati ritengono di non dover avere limiti e vorrebbero creare esseri sub-umani mescolando i geni di scimmie e umani. Vi sembra pazzesco? Lo è.
Ma ci hanno già provato nel 1997, quando il biologo Roger Pedersen, all’epoca ricercatore all'Università di San Francisco, capeggiò un gruppo che impiantò nuclei di cellule umane all'interno di ovociti di scimpanzè e gorilla. Secondo i ricercatori, l’esperimento sarebbe fallito a causa dell'incompatibilità fra il DNA umano e il DNA mitocondriale degli animali che si trasmette da un individuo all'altro per via materna.
Nel luglio del 2003, un gruppo di scienziati guidato da Norbert Gliecher, attuò un esperimento presso i “Centri per la Riproduzione Umana” allo scopo di ottenere la fusione di due embrioni umani di sesso diverso per creare una “chimera ermafrodita”. L’esperimento venne reso noto durante il congresso della “"Società Europea per la Riproduzione Umana e l'Embriologia” (ESHRE). Secondo alcuni esperti, come Alan Trouson, al di là delle legittime obiezioni etiche, si tratta di “uno studio contro la logica” e completamente inutile dal punto di vista medico.

Nonostante la scarsità di risultati, gli esperimenti per produrre paraumani sono stati diversi e continuano ad oggi. Gli animali transgenici manterrebbero in gran parte le caratteristiche della loro specie di appartenenza, rendendo inutili gli esperimenti. Ad esempio, nel 1988 negli USA fu brevettato il topo ibrido (oncotopo) in cui era stato inserito un gene umano in grado di fare sviluppare un tumore alla mammella. Dopo 10 anni si poté appurare che di fatto non c’era stato alcun progresso scientifico dovuto specificamente a quegli esperimenti.
Bisognerebbe tener conto del fatto che esperimenti del genere immettono mutazioni non naturali, i cui effetti sono sconosciuti. Ma la maggior parte degli scienziati non sembra particolarmente interessata ai possibili danni causati alla specie umana e alla natura nel suo complesso.
Per queste persone non dovrebbero esistere limiti di nessun tipo, e quando qualcuno solleva questioni morali assumono un atteggiamento come di minaccia, facendo credere che se si pongono limiti si “rimane indietro”. Per loro non è la direzione che conta, ma la ricerca in sé, e non sono interessate a chiedersi se alcune ricerche sono utili agli esseri umani oppure no.
La maggior parte degli scienziati ignora o vuole ignorare l’esistenza di un gruppo di potere criminale, che utilizza la Scienza per i suoi scopi di dominio.

Da qualche tempo sarebbero proposti all’acquisto strani “animali” chiamati Genpets, che la stessa ditta produttrice definisce “animali da compagnia geneticamente modificati”. Sarebbero prodotti in quantità limitata e venduti al prezzo di $ 1200 (765 €).
Molti siti web ne parlano in modo controverso: chi li definisce “animatronic che ha le sembianze di un esserino di natura imprecisata”, chi esseri viventi creati in laboratorio. Se fossero soltanto robot sofisticati (animatronics, elettronici come i Tamagotchi di una volta), non si capisce perché siano stati prodotti da una società che si occupa di incroci genetici, ovvero di ingegneria genetica (vedi video sotto).
Ci si augura che si tratti di uno scherzo, ma se così non fosse, chi li ha creati deve dare giuste spiegazioni.
La compagnia che li produrrebbe, la Bio-Genica parla di mammiferi viventi che respirano e hanno una propria personalità, anch’essa selezionata geneticamente e disponibile in sette varianti (c’è quello più allegro, più vivace, più avventuroso, ecc.).
La Bio-Genica, nel suo sito (http://www.genpets.com/index.php ) come per giustificarsi, parla di “esigenze di evoluzione di mercato”, come se qualche bambino avesse imposto loro di creare mostri genetici.

I bambolotti e gli orsacchiotti di peluche tradizionali, secondo la Bio-Genica, sarebbero ormai obsoleti, e occorre creare esseri viventi domestici (come se già non ci fossero) per fornire “novità” ai bambini. Per questo motivo avrebbe creato questi ibridi, presentandoli addirittura in due modelli a seconda della durata della loro vita (un anno o tre anni). La Bio-Genica starebbe ancora aspettando l’autorizzazione per un lancio in grande stile della loro “creazione” e per adesso si limiterebbe a pubblicizzarli e a vendere altri animali modificati geneticamente, come i pesci rossi fosforescenti.
Chiediamoci: qual’è lo scopo di tutto questo?
Vorrebbero farci credere che si possa accettare l'idea di creare esseri ibridati?
Vorrebbero farci accettare come “normale” la sperimentazione genetica e la creazione di esseri che sono un incrocio fra animali e umani?
Vorrebbero creare confusione fra ciò che è “naturale” e ciò che non lo è?
Far accettare ogni tipo di manipolazione genetica, o rendere le manipolazioni così familiari e “simpatiche” a tal punto che prima o poi tutti non le vedranno più come un orribile modo per calpestare la natura e distruggerla.
Far apparire “simpatica” la manipolazione genetica significa anche fare in modo che le persone si abituino alle assurdità dell’èlite dominante, conferendole ogni potere sulla natura e sull’uomo, senza limiti.
Purtroppo ci sono molti esempi di cose che in un primo momento nessuno avrebbe voluto accettare, ma, divenute familiari, sono state accettate. Ad esempio, soltanto venticinque anni fa molti avrebbero protestato per il livello di invadenza della pubblicità, che oggi ormai appare persino sugli autobus e durante le trasmissioni televisive (in piccoli riquadri). Anche per gli psicofarmaci è successa la stessa cosa, pochi decenni fa non molti genitori avrebbero dato psicofarmaci ai loro figli, ma oggi, purtroppo, molti lo fanno, credendo che siano necessari.

Un altro motivo per divulgare notizie bizzarre e fare accettare l’esistenza di ibridi animali-umani potrebbe essere quello di svilire il DNA umano, facendo vedere con chiarezza la possibilità di manipolarlo e di creare esseri con le caratteristiche che si desiderano, esaltando in tal modo la scienza a spese del valore dell’uomo. Si vuole calpestare la natura umana, relegandola a mero “materiale” genetico da utilizzare in laboratorio quando e come si vuole. Si vuole ridurre l’uomo ad un “corpo” “prodotto” dalla Scienza.

La notizia della produzione in serie di esseri ibridati potrebbe persino avere scopi di indagine. A detta di alcuni, divulgare la notizia della prossima produzione di esseri ibridi che saranno venduti come “animali da compagnia” potrebbe essere un piano per effettuare una sorta di test allo scopo di vedere come le persone reagiscono a questo, se lo accettano, oppure se si rendono contro di dover chiedere spiegazioni sulla derivazione genetica di questi esseri.
Se verranno accettati passivamente, gli stegocrati dedurranno di aver raggiunto un ottimo livello di potere, persino in materia di libertà di manipolazione genetica.
I Genpets vengono mostrati sempre e soltanto impacchettati, come se anche la “confezione” facesse parte del test. In effetti, è un’immagine che può turbare: piccoli mammiferi che sembrano un incrocio fra umani e cani, impacchettati e esposti come giocattoli. E’ come dire: “E’ soltanto un corpo, su cui noi abbiamo potuto fare ciò che volevamo, abbiamo il potere di creare e di distruggere”.
Sul sito della Bio-Genica c’è addirittura il catalogo illustrativo, e anche altri siti lanciano messaggi di tipo pubblicitario, come “Sono arrivati i Genpets!”. Ci si augura di cuore che si tratti di robot elettronici, altrimenti sarebbe davvero un fatto assai grave.
I Genpets hanno occhi enormi, la testolina grande rispetto al corpo (come i neonati), e il muso piccolo, perché secondo numerosi studi di psicologia, gli occhi grandi, la bocca piccola e la dimensione della testa tipica dei neonati suscitano tenerezza, desiderio di accudire, affettività. In poche parole, farebbero emergere l’istinto materno.
Se si dovesse trattare di una burla, com'è probabile, chiediamoci perché le autorità permettono queste cose. Perché non bloccano e sanzionano la Bio-Genica? E' un reato dichiarare falsità sui propri prodotti.
Anche se viviamo in un contesto culturale in cui gli animali subiscono spesso gravi maltrattamenti, non dobbiamo perdere di vista il valore che ogni vita esistente ha, e non si dovrebbe permettere a nessuno di burlarsi della vita animale e umana.

Considerando lo stato attuale della Scienza, ovvero in gran parte finanziata e controllata dallo stesso gruppo che detiene il potere finanziario, economico, politico e mediatico, i problemi morali da sollevare riguardo agli esperimenti genetici sono di vasta portata.
Innanzitutto, se le persone che dominano sono capaci di uccidere persone inermi e di far morire di fame milioni di bambini, come potremmo credere che nel settore genetico agirebbero in modo corretto ed etico?
Poi: gli esseri paraumani potrebbero essere destinati ad una sofferenza ben maggiore rispetto a quella che tocca agli umani e agli animali non ibridati, poiché solleverebbero gravissimi problemi di accettazione e di definizione della loro natura. Se già a questo mondo, fra umani, pur essendo geneticamente simili, esistono forme di feroce razzismo e discriminazione, immaginiamo cosa potrebbe accadere se dovessero essere creati esseri ibridati paraumani.

Non è difficile capire che lasciare nelle mani di criminali il potere di agire anche sul Dna umano è pericolosissimo. La comunità internazionale dovrebbe chiedere conto di ciò che sta accadendo nei laboratori di ingegneria genetica, perché quello che vi accade riguarda tutti noi. Non bisogna accettare che gli stegocrati si prendano gioco di noi testando la nostra tolleranza alle loro mostruosità.
Occorre svegliarsi e sottrarre il potere dalle mani di mostri che generano mostri.



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NOTE

1) http://www.teresio.splinder.com/post/4981098
2) http://www.terraeliberazione.org/terraeliberazionedoc.htm
3) fonte: National Geographic News del 25 gennaio 2005
http://news.nationalgeographic.com/...5_chimeras.html


P.S. Per chi non ne fosse al corrente, si informa che QUESTO BLOG E' STATO CHIUSO NEL 2009, e dunque NON SI PUO' GARANTIRE LA PUBBLICAZIONE DI NUOVI COMMENTI nè su questo articolo nè su altri.
Ad ogni modo, si prega di evitare (accade in particolare per questo articolo), di inviare commenti polemici o di sterile critica (si veda la netiquette (http://antonellarandazzo.blogspot.it/2008/08/comunicato-la-netiquette.html), che denotano una lettura non attenta, considerando che l'articolo riporta il fatto che potrebbe anche trattarsi di bambolotti o di robot. Quello che si argomenta non è tanto il tipo di prodotto, quanto la propaganda che in passato è stata fatta a tale proposito. Si consideri che questo è un articolo del 2008, e si consideri anche che gli esperimenti genetici esistono realmente, e gli esempi sono presenti anche in questo scritto, che non ha la pretesa di essere esauriente trattandosi di un semplice articolo.
Grazie

Mostri genetici, robot o test per valutare le reazioni delle masse?

venerdì

COME IL PRESIDENTE NAPOLITANO CALPESTA LA COSTITUZIONE ITALIANA

Di Antonella Randazzo


Molte volte abbiamo sentito l’attuale presidente della Repubblica Giorgio Napolitano esortare gli italiani a rispettare la Costituzione.
Mi chiedo quale possa essere il significato o lo scopo di tali appelli, dato che la maggior parte degli italiani è fiera della Costituzione, e non ha mostrato alcuna bizzarria anticostituzionale.
Analizzando i fatti, c’è da chiedersi se i continui appelli sono fatti allo scopo di convincerci che lo stesso Napolitano sia rispettoso dei principi della nostra Costituzione.
Le “bizzarrie” anticostituzionali e le stridenti contraddizioni fra quello che dicono e quello che fanno le nostre autorità sono ormai sotto gli occhi di tutti.
In particolare, Napolitano, che nella teoria osanna la Costituzione, nei fatti la calpesta in vari modi, per omissione o con atti espliciti.
L’esempio più lampante è quello relativo al sostegno al “Nuovo Ordine Mondiale”, ossia ad un potere straniero su un paese che sulla base della Costituzione dovrebbe essere libero e democratico.
Il nostro presidente, come molti sanno, ha svelato chiaramente la sua posizione a favore del Nuovo Ordine Mondiale nel novembre del 2007. Nel suo discorso ufficiale fatto in occasione della festa delle forze armate, egli ha chiesto "un concreto impegno per... contribuire alla costruzione di un Nuovo Ordine Mondiale". Sarebbe come chiedere ai cittadini di andare contenti e saltellanti verso una terribile prigione.

Inoltre, Napolitano si guarda bene dal difende la sovranità del popolo e i diritti dei cittadini italiani sanciti dalla Costituzione.
Ad esempio, egli non ha mai difeso i diritti dei cittadini di Vicenza, che rifiutano gli arsenali statunitensi protesi a fomentare nuove guerre. L’allora presidente del Consiglio Romano Prodi, il 16 gennaio 2007, da Bucarest annunciò che è "doveroso mantenere gli impegni con gli alleati", dimenticando che il primo impegno dovrebbe essere quello preso con i cittadini, che si aspettano che si governi nell'interesse della popolazione e non per favorire il bellicismo americano.
Il governo Prodi, con queste parole, e contro la volontà popolare, approvava la nuova base militare al Dal Molin, che nasce dall'idea criminale di "guerra preventiva", ossia per attuare aggressioni contro i popoli del Medio Oriente.

Il dissenso degli italiani alle guerre preventive è pressoché totale, e la mobilitazione popolare contro la nuova base militare a Vicenza è molto forte ad oggi.
Eppure, avete mai sentito un discorso, o anche una sola frase di Napolitano a difesa del diritto territoriale dei cittadini vicentini? Io no.

In altri casi Napolitano ha addirittura parlato contro i cittadini.
Specie negli ultimi anni, i telegiornali hanno mostrato cumuli di spazzatura, parlando di "emergenza rifiuti" in Campania, ma si sono guardati bene dallo spiegare come mai le società preposte alla raccolta dei rifiuti non hanno fatto il loro dovere, e perché le autorità non sono intervenute adeguatamente.
La situazione dei rifiuti in Campania è peggiorata dall’estate del 2006, periodo in cui sono iniziate le proteste contro la costruzione di discariche e inceneritori sul territorio campano. I rifiuti non sono più stati ritirati, fino ad arrivare ad accumulare 7000 tonnellate al giorno di immondizia sparsa per la Campania. La situazione d'"emergenza" è servita a fare incassare a "subcommissari" e "consulenti" di vario genere almeno 9 milioni di euro, per "Consulenze di esperti", fatte dal 2000 al 2005. Si trattava sostanzialmente di pagamenti clientelari a sostenitori politici di destra e sinistra. Altro caos fu creato fra gli impiegati pubblici, che furono messi nelle condizioni di non svolgere il loro lavoro, mentre il servizio veniva affidato a società private, che avrebbero dovuto organizzare la raccolta differenziata, ma incassavano denaro senza adempiere alle loro funzioni. (1)
Dopo aver creato la situazione di "emergenza", le autorità hanno usato tale situazione per invocare "interventi speciali", in deroga ad ogni minimo principio di rispetto dell'ambiente e della salute. Si leggeva nel decreto: "Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di attuare un quadro di adeguate iniziative volte al definitivo superamento dell'emergenza nel settore dei rifiuti in atto nel territorio della regione Campania... Ravvisata l'esigenza di disporre per legge l'individuazione e la realizzazione delle discariche necessarie per lo smaltimento dei rifiuti a fronte dell'impossibilità di provvedervi in via amministrativa... Tenuto conto della grave situazione in atto nel territorio della regione Campania in materia di rifiuti, al fine di consentire anche l'espletamento delle attività di presidio dei siti da destinare a discarica... sono attivati i siti da destinare a discarica presso i seguenti comuni: Serre in provincia di Salerno, Savignano Irpino in provincia di Avellino, Terzigno in provincia di Napoli e Sant'Arcangelo Trimonte in provincia di Benevento... In deroga all'articolo 238 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, i comuni della regione Campania adottano immediatamente le iniziative urgenti per assicurare che, a decorrere dal 1° gennaio 2008 e per un periodo di cinque anni, ai fini della tassa di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, siano applicate misure tariffarie per garantire complessivamente la copertura integrale dei costi di gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti".

Con questo decreto, le autorità mostrarono un comportamento autoritario e antidemocratico, arrogandosi poteri illimitati (cioè che non possono essere limitati dalla sovranità popolare), come avveniva durante il fascismo. Come ai tempi del fascismo, le vittime diventavano colpevoli (e dovevano pagare), come fece capire Napolitano che, anziché spiegare la verità dei fatti, si scagliò contro i napoletani, rimproverandoli per gli "assurdi atti di vandalismo". Chissà come si sarebbe comportato lui, se fosse stato costretto a pagare bollette salate e a tenere sotto la finestra cumuli di spazzatura fatiscente.

Il governo, con la complicità delle autorità locali, per dare profitti enormi alla Fibe, società del gruppo Impregilo accusata di collusione con la camorra, fece in modo che la raccolta differenziata dei rifiuti subisse gravi sabotaggi, e che venisse creata una situazione sconcertante, esponendo i cittadini ad una condizione invivibile e con gravi pericoli per la salute. L'obiettivo era quello di poter ricattare i cittadini dicendo: "se non volete questa condizione disastrosa dovete accettare tutto quello che vogliamo imporvi. Cioè, gli inceneritori e la riapertura delle discariche dove vogliamo noi".
Il presidente della repubblica Napolitano e il commissario straordinario Bertolaso si prestarono alla sceneggiata, che avrebbe dovuto rendere i cittadini campani più docili nell'accettare gli inceneritori. In altre parole, si trattava di costringere ad accettare, con l'arma della disperazione, una soluzione proposta come "male minore", ma che in realtà è la peggiore, in quanto saccheggia le casse pubbliche a favore di alcuni imprenditori, e devasta l'ambiente e la salute dei cittadini.(2)
Giorgio Napolitano, Guido Bertolaso, Antonio Bassolino e altre autorità hanno recitato la loro parte invocando "Soluzione in dieci giorni" e "basta ritardi". In realtà si trattava di imporre l'apertura delle discariche, senza tener conto dell'opposizione dei cittadini. Mentre Napolitano avvertiva: "Lo Stato faccia sentire la sua autorità. Servono decisioni indispensabili: basta ritardi", Romano Prodi redarguiva: "Il governo ha preso le sue decisioni, adesso bisogna metterle in atto con assoluta fermezza".(3)
Questo significava mettere davanti a tutto gli interessi delle società camorristiche e fregarsene della salute e dei diritti dei cittadini, calpestando i diritti garantiti dalla Costituzione.
Oggi l’attuale governo “risolve” i problemi a colpi di manganello e schierando l’esercito, eppure Napolitano tace.
Non una parola contro la grave corruzione delle istituzioni, non una parola a favore delle voci dei cittadini che chiedono proprio il rispetto dei principi costituzionali.

Nel discorso di fine anno, il Presidente Napolitano utilizzò un tipo di comunicazione falsa e ipocrita. Egli dichiarò:
"Ho visitato istituti di ricerca e di formazione, che possono ben vantare il titolo di centri di eccellenza, questi sono fatti e sono motivi di fiducia nell'avvenire dell'Italia. Il problema sta nel come valorizzare e incoraggiare dovunque nel paese questo dinamismo, nel come trasmettere questi impulsi all'intero sistema Italia, puntando sull'innovazione e sul merito. Privilegiando fortemente l'istruzione, così da giungere via via ad un più alto tasso di crescita, a una crescita più sostenuta e generale in cui sia pienamente coinvolto il mezzogiorno".(4)

Che istituti di ricerca ha visitato il presidente? L'Istituto Nazionale di Ricerca (CNR) è un luogo in cui ben 2500 persone, su settemila, sono precarie e percepiscono uno stipendio da fame. Ovviamente, i ricercatori più brillanti vanno a lavorare all'estero. Questa non è certo una situazione eccellente.
Napolitano vuol far credere, parlando di "innovazione e merito", di essere così tanto rimbambito o ingenuo da non sapere che in Italia attualmente esiste un sistema clientelare e corrotto, sorretto dai partiti.
Inoltre, Napolitano fa intendere il luogo comune che il mezzogiorno non sia "dinamico" a sufficienza, facendo credere che se il Sud Italia non si è ancora sviluppato economicamente è per motivi da imputare ai suoi abitanti. Questo è storicamente errato, poiché il sistema, già dopo l'Unità d'Italia, ha favorito una serie di pregiudizi negativi verso i meridionali, per nascondere lo sfruttamento del Sud a favore del Nord. Oggi esistono diversi impedimenti allo sviluppo del Sud (mafia, corruzione, clientelismo dei partiti, ecc.), come molti italiani sanno.
Il presidente disse anche di essere scosso "dall'orribile rogo di Torino", ma non ebbe il coraggio nemmeno di citare il nome della società responsabile del crimine. Egli rimase nel vago, com'è tipico della propaganda.
Napolitano parlò di "interesse generale", senza considerare l'usurpazione del potere da parte di un ristretto gruppo di persone, e come queste persone impediscano, con tutti i mezzi possibili, che la politica si occupi davvero dell'interesse generale.
Parlando della guerra in Afghanistan, Napolitano, nel discorso di fine anno, utilizzò parole come "missioni", "pace e sicurezza internazionale", "aggressività del terrorismo", e "militari... che affrontano l'estremo rischio". Le sue parole ricordano la propaganda delle autorità statunitensi. Nessun cenno alle migliaia di morti afghani (a questi morti non sarà mai dedicato nemmeno un minuto di silenzio), né ai mutilati dalle bombe americane, né a come l'Afghanistan è stato trasformato in un paese produttore di droga e controllato da gruppi mafiosi a servizio di Washington.
Napolitano definisce le autorità statunitensi il "maggiore storico alleato", come si trattasse di persone rispettabili e di un'alleanza di cui essere fieri.
Il presidente ha anche detto che i soldati italiani all'estero conducono una "missione" nello "spirito della Costituzione Repubblicana". A meno che non sia gravemente affetto da qualche forma di imbecillismo, egli sa benissimo che la nostra Costituzione "ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali" (Art. 11). Dire che andare ad uccidere afghani, sotto comando di chi ha distrutto il paese, sia in armonia con la Costituzione, equivale a dire l'assurdità che la nostra Costituzione contempli una "pace" a suon di bombe. Mistificare fatti che costano la vita, tutti i giorni, a centinaia di persone (e non soltanto in Afghanistan), significa diventare complici di chi si macchia di crimini contro l'umanità.

In questi e altri fatti risulta evidente che Napolitano non è il presidente degli italiani ma del gruppo dominante (ma lo paghiamo noi e soltanto nel 2006 abbiamo pagato ben 217 milioni di euro solo per la presidenza della Repubblica), che serve con fedeltà e devozione, non risparmiando a nessuno le conseguenze di un mancato rispetto dei valori democratici.
I suoi discorsi non sono finalizzati a migliorare il paese o ad auspicare nuove soluzioni ai problemi, ma sono soltanto propaganda della peggiore specie. Tanto bieca quanto ammantata da un ributtante paternalismo, finalizzato a renderci sudditi di un potere spietato, che non esita a torturare, mutilare o uccidere persone inermi.

Rendiamoci conto che se egli è così zelante nel sostenere persone che praticano crimini orrendi, lo sarebbe anche nel caso in cui le vittime da torturare, mutilare o uccidere fossero italiane e non irachene o afgane.
La questione è dunque da ritenere assai più grave del dover constatare semplici farneticazioni di un vecchio.
Quel vecchio, anche se non ha poteri concreti, dovrebbe rappresentare l’unità della nazione e il rispetto delle leggi fondamentali del paese.
Per concludere, si potrebbe fare un appello agli italiani: fate rispettare la Costituzione alle autorità attuali, e se non la rispetteranno rifiutate di continuare a votare persone che già sapete essere corrotte.
Il modo migliore per rispettare la Costituzione è cacciare tutti gli attuali personaggi dagli scranni delle istituzioni, Napolitano compreso.



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NOTE

1) A questo proposito si veda www.report.rai,it
2) A questo proposito leggere http://www.disinformazione.it/rifiuti_campania.htm
3) “La Repubblica”, 23 maggio 2007.
4) Napolitano Giorgio, Discorso di fine anno agli italiani a reti unificate, 31 dicembre 2007.

giovedì

Le manipolazioni e il controllo di Rupert Murdoch (ITA) Parte 1

Un esempio concreto di come i “magnati” dei mass media vengono incaricati di creare false realtà e di manipolare l’opinione pubblica. Succede ormai in tutti i paesi del mondo, con tutto quello che ne deriva.
Chi domina conosce il peso di chi è in grado di uscire dalla manipolazione, per questo fa in modo che ci siano pochissime persone capaci di farlo, utilizzando massicci condizionamenti.
Questo video può essere utile per capire i metodi di controllo delle menti.

lunedì

AUTORITA’ CRIMINALI E CULTI MISTERICI - Parte Prima - Abiti da carnevale per riti inquietanti

Di Antonella Randazzo


Si parla spesso di “bizzarrie” che appaiono su Internet, ovvero di argomenti su cui aleggia lo spettro della bufala o del contenuto che attrae ma è irreale, singolare o stravagante. Il problema è che a volte si cerca di far rientrare in questa categoria anche argomenti molto importanti per capire il sistema in cui oggi ci troviamo.
Un esempio di ciò è l’argomento “culti misterici”.
Un culto misterico è un culto riservato a pochi, che prevede riti di iniziazione e di passaggio da un livello più basso ad uno più alto, il più totale segreto relativo al culto, alle cerimonie, e l’idea che il gruppo fornirà conoscenze esoteriche importanti. Non necessariamente i culti misterici sono religioni misteriche, talvolta, come nel caso delle società segrete, si tratta di gruppi che non dichiarano esplicitamente di adorare una precisa divinità. Tuttavia, l’idea che vengano svelate cose “misteriose” che sono appannaggio di pochi, suggerisce l’esistenza di “venerandi”, ovvero di una fonte da cui proverrà la conoscenza esoterica.
Nonostante su Internet esistano molte fonti che parlano di sette esoteriche, di massoneria e di gruppi di potere occulti, non bisogna fare l’errore di dare per scontato questi argomenti, sottovalutandoli o scambiandoli per argomenti “sui generis”.
Ci sono innumerevoli prove, talvolta date dagli stessi interessati, che gli attuali personaggi al potere si valgono di associazioni o culti misterici per alimentare il loro potere e per scongiurare il pericolo che salgano al potere personaggi non controllabili.
Dunque, studiare con serietà un tale argomento può aggiungere nuove conoscenze su come agiscono i personaggi che oggi esercitano potere sui popoli, su come essi formano il ceto dirigente e come cercano in tutti i modi di tenerlo soggiogato per potersi garantire il dominio sui popoli. Da molti elementi si inferisce che è proprio attraverso le logge, i culti segreti e la mafia che queste persone continuano a tenere sotto controllo le autorità, curandosi di formarle e di obbligarle al segreto circa aspetti del sistema evidentemente inconfessabili.
L’uso di queste formazioni conferma, se ce ne fosse bisogno, la natura criminale del sistema, che ha bisogno di manipolare e controllare per continuare ad esistere.

I gruppi segreti di natura massonica servirebbero a controllare mentalmente chi è destinato a ricoprire cariche di potere. E’ come se alcune persone dovessero essere “formate” in modo tale da commettere le più gravi cattiverie senza avere scrupoli di coscienza, e magari motivandole truffaldinamente per renderle “legittime”.

In effetti, organizzare guerre, uccidere o torturare persone inermi significa distruggere il sentimento umano naturale di empatia con i propri simili, e dunque non sembrerebbe possibile farlo senza un’accurata “formazione”.
Per questo motivo sembrerebbe necessario far praticare a chi ricoprirà ruoli importantissimi, culti che disumanizzano, che stimolano gli aspetti più negativi e distruttivi dell’uomo, o che inducono a credere che possano esistere principi, “valori” o ideologie che giustificano i crimini più terribili contro l’umanità.

Esisterebbero due tipi principali di culti misterici:
1) quelli che prevedono l’affiliazione di un numero relativamente ampio di adepti, che per la maggior parte ricoprirà livelli bassi, e dunque non raggiungerà mai determinate conoscenze, appannaggio dei pochi che raggiungeranno gli alti livelli;
2) quelli che appaiono come sette vere a proprie, poiché sono destinate soltanto ai rampolli delle grandi famiglie miliardarie o a personaggi “scelti”. In tal caso il personaggio sarà chiamato ad aderirvi come fosse un “eletto”, ad esempio ricevendo una lettera da chi ha creato la setta.

In quest’ultimo caso, i riti talvolta sarebbero agghiaccianti, simili a quelli satanici. Ad esempio, nel gruppo chiamato Skull & Bones gli iniziati dovrebbero masturbarsi nudi in una bara, e successivamente subirebbero anche violenze verbali e fisiche, dovendo lottare nel fango e a subire violenze con altri adepti fino allo sfinimento. Si tratterebbe di tecniche elaborate dalla Cia al fine di indebolire il soggetto attraverso una serie di atti che lo piegheranno fisicamente e mentalmente. Agli adepti verrebbe anche inculcata l’idea di essere superiori e di avere la “missione” di dominare sugli altri. Essi subirebbero dunque umiliazioni sessuali, ma al contempo verrebbero abituati ad esaltare il proprio ego umiliato, per sopperire alla bassa autostima stimolata dalle umiliazioni.
Questi rituali non sarebbero casuali, ma creati per influenzare gli adepti in un determinato modo. L’obiettivo sarebbe quello di far emergere aspetti del sé distruttivo, in modo tale che emozionalmente e mentalmente la persona possa diventare più incline a mentire, ad ingannare e a commettere azioni criminali.
E’ come “programmare la mente” ai crimini che dovranno commettere quando saliranno al potere. Essi dovranno commetterli non soltanto senza alcun rimorso ma addirittura credendo che ciò sia giusto, e per poter raggiungere questo livello di mistificazione occorre una sorta di percorso “esoterico” atto a manipolare la mente a tal punto da produrre questo effetto. I riti praticati in questi gruppi misterici sono traumatizzanti e violenti, e addirittura per essere resi più agghiaccianti sarebbero utilizzate urla di sottofondo.
Questi riti sarebbero collegati a simbologie di vario genere, e servirebbero anche a creare affiliazione a realtà false, per disorientare l’esistenza.
Nelle società segrete massoniche viene anche creato un clima di unita' e "fratellanza" molto forte, come se gli adepti fossero legati da qualcosa di importante e fondamentale per la loro esistenza. La stessa cosa avviene nella mafia.

Sembrano cose talmente assurde da non poter essere vere, ma le prove e le testimonianze a sostegno di ciò sono ormai così numerose che ignorarle significherebbe agire come i personaggi di regime, che vedono soltanto quello che viene detto loro di vedere.
Storici come Paolo Mieli direbbero che tutto è casuale, che è casuale che quasi tutte le più importanti autorità inglesi e statunitensi siano membri di alto grado della massoneria, o che addirittura nel 2004, entrambi i candidati alla presidenza degli Stati Uniti appartenessero alla società segreta Skull & Bones (teschio e ossa - detta anche “Fratellanza della morte”).
La Skull & Bones fu fondata per “formare” l’èlite di potere statunitense, all’Università di Yale nel 1832, ad opera di William Huntinton Russell, che era colui che all’epoca si occupava della produzione e del commercio di oppio. Questa setta, a detta di molti, praticherebbe rituali simili a quelli praticati nel satanismo. La giornalista Alexandra Robbins è riuscita ad intervistare diversi adepti, ricavando un’immagine della setta a dir poco sconcertante.
Gli adepti si riunirebbero in un luogo chiamato “the Tomb” (la Tomba), luogo in cui si svolgerebbero i riti. Il marchio della setta appare in molti oggetti posseduti da coloro che l’hanno creata o che vi appartenevano (o vi appartengono), come John Pierpont Morgan, David Rockefeller, Henry Stimson, Averell Harriman, i Bush, i Taft, ecc.
All’interno della setta viene presentata una realtà gravemente squilibrata, eppure i suoi adepti diventano importanti industriali, dirigenti di grandi banche o altre organizzazioni importanti, o addirittura presidenti o consiglieri di presidenti.
I membri della setta sono soltanto poche centinaia, reclutati fra le più importanti famiglie miliardarie statunitensi.

La Robbins, nel libro “Secrets of the Tomb” descrive alcuni riti che appaiono come un incrocio fra il carnevalesco e il paradossale, che meriterebbero una grossa risata, se non ci fossero risvolti tremendamente seri. Ad esempio, il giovane Bush, nel rito di iniziazione, sarebbe stato incappucciato e condotto da 11 patriarchi della confraternita travestiti come fosse carnevale: uno da Elihu Yale (fondatore dell’Università), uno da Papa, uno da diavolo, ecc. In questo clima farsesco l’iniziato doveva raccontare la propria “storia sessuale”, dopodichè sarebbe dovuto entrare nudo in una bara per masturbarsi. Il tutto veniva abbeverato da quantità esorbitanti di alcolici.
Ma secondo la Robbins tutto questo fare settario e bizzarro sarebbe “normale” negli ambienti dei miliardari statunitensi. Ella dichiara: “I più ricchi americani si comportano allo stesso modo quando partecipano a raduni esclusivi come quello che si tiene ogni anno a Sun Valley in Idaho”.
Considerato che si tratta di persone che hanno nelle loro mani il destino di milioni di persone, c’è proprio da stare tranquilli…

Sia Kerry che Bush, candidati alla presidenza nel 2004, appartenevano alla setta Skull & Bones, e risposero imbarazzati quando un giornalista chiese loro se appartenevano alla setta e quali fossero i principi del gruppo. Bush ammise di appartenere alla setta e alle ulteriori domande rispose: “è così segreto che non possiamo parlarne”. Kerry rispose in modo analogo, ammettendo la sua affiliazione: “non (posso dire) molto perché è un segreto”.(1)
Due persone che aspirano a ricoprire una carica politica importantissima che confessano di avere “segreti” da rispettare, che non sono cose che riguardano fatti privati, ma un’affiliazione occulta.
Giurare di non rivelare qualcosa all’interno di una setta abitua ad un comportamento poco trasparente, assai pericoloso quando si tratta di ricoprire cariche di potere.
La loro fedeltà alla setta avrebbe sovrastato la necessità di agire per il bene del popolo, ponendo il proprio giuramento massonico al di sopra della fedeltà alla nazione.
Come diceva Joseph Pulitzer: «Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza”.

Queste sette impongono il giuramento di “obbedienza totale” e segretezza, assoggettando così la persona al gruppo. Come nel caso della mafia, non si può disobbedire, svelare segreti o uscire dalla setta senza pagare un prezzo molto alto. Le persone che fuoriescono dal controllo saranno giudicate da appositi tribunali che prevedono anche la pena di morte.

Oltre al gruppo Skull & Bones ci sarebbero molte altre sette di tipo analogo, come la cosiddetta “Società Boema” che si riunirebbe in California nelle ultime due settimane di luglio, praticando riti satanici che prevedono un’invocazione fatta ad una statua che rappresenta un gufo alto circa 7 metri. Parteciperebbero al rito parecchie importanti autorità, capi di Stato, industriali, ex presidenti statunitensi, ecc. Queste persone vestirebbero con una tunica con relativo cappuccio, ovvero la stessa veste indossata dagli adepti del Ku Klux Klan.

Di fatto, negli Usa quasi tutti i presidenti e i vicepresidenti, molti senatori e deputati, giudici e governatori sono massoni. Questo può essere considerato come casuale da persone dotate di razionalità?
E’ massone di alto livello l’ex capo di governo inglese Tony Blair, egli è membro della Loggia massonica di Studholme (Londra). La stessa regina sarebbe la “Patrona della massoneria Internazionale”, come un capo su tutti i massoni di alto livello. Di tanto in tanto riunirebbe tali personaggi a Drewery Lane (Londra). Altri membri della Corona inglese, come il Duca di Edimburgo, sono membri di alto grado della massoneria.
Il deputato inglese Chris Mullins, attraverso un comitato d’inchiesta scoprì che molte autorità in seno alle forze dell’ordine e alla giustizia erano affiliate a sette segrete.
L’agente dell’Fbi ora in pensione, Ted Gunderson, che si occupava di investigare su culti e sette sataniche, scoprì attraverso varie fonti che molti giudici, avvocati, attori, sportivi, medici, deputati e senatori, erano affilati a sette di tipo massonico-satanico.

Anche importanti capi di governo del passato, come Winston Churchill, erano massoni di alto grado. I gradi più alti sono di solito raggiunti soltanto da persone di sangue aristocratico o da alti ufficiali delle forze armate. Le persone che appartengono alle sette destinate soltanto a persone di “alto rango” vengono incoraggiate a sposarsi fra loro, per creare maggiore coesione tra i gruppi e per evitare che queste persone entrino a contatto con altre realtà che le “risveglino” e facciano scegliere loro altri percorsi più “normali”.
Tutto questo serve anche ad escludere gli “intrusi” dal potere, creando in tal modo un sistema controllato dall’alto e prevedibile.
Gli ambienti settari degli stegocrati (2) sono intrisi di un’alta valenza emotiva, che è un misto fra onnipotenza, sete di potere, avidità e paura. Si crea una rappresentazione della realtà alterata che può confondere fra ciò che è vero e ciò che è soltanto finzione. Si crea uno stato emotivo talmente alterato da non permettere alle vittime di avere una vita emotiva indipendente, o di uscire dal giro senza pagare un prezzo molto alto.
Molte di queste persone vivranno per tutta la vita esistenze emotivamente alterate, passeranno fra una festa, un rito e un impegno politico ( finanziario o economico) esibendo sorrisi stereotipati o falsi entusiasmi. Racconteranno cose assurde sul “nemico terrorista”, sulla “lotta del bene sul male”, o sul fatto che gli Usa sarebbero “una grande democrazia”.

Il gruppo di stegocrati sa che l’unico modo per continuare ad avere potere è quello di controllare la mente di chi avrà ruoli di potere, e un modo efficace, evidentemente, è quello di controllarli attraverso gruppi massonici e satanici. Si tratterebbe dunque di utilizzare tali gruppi come uno strumento di potere sulle menti degli adepti.
I capi massonici vengono chiamati “maestri occulti” o “sovrani”.
Spiega Jordan Maxwell: “Gli ordini pre-massonici europei sostenevano che ci fosse una piccola teoria, una piccola entità spirituale che forniva una conoscenza per quello che i massoni chiamavano “i nostri maestri occulti”… si riferivano a chi guidava la massoneria mondiale… loro non sanno chi siano. Nessun massone sa realmente chi realmente guida l’organizzazione mondiale. Li chiamano “i nostri maestri occulti”.(3)

Molti studiosi ritengono che i riti satanici e massonici siano molto più simili di quello che si crede. Secondo queste persone il Dio dei Massoni avrebbe un nome impronunciabile, ovvero sarebbe lo stesso Dio dei satanisti. La maggior parte dei massoni smentisce questo, ma alcuni, come Albert Pike, lo hanno ammesso.
Da laici sarebbe legittimo pensare che i “demoni” da loro adorati non sono altro che aspetti del sé inquietanti, ovvero la cosiddetta “Ombra” descritta da Jung. Tali riti potrebbero dunque avere lo scopo di alimentare questi aspetti per renderli più forti o più presenti, allo scopo di far diventare le persone capaci di comportamenti che altrimenti non avrebbero. In altre parole, si tratta di rafforzare i potenziali criminali al fine di forgiare persone che si comportino in modo utile al sistema, agendo sulla loro mente e instillando convinzioni mistiche o esoteriche che condizioneranno le loro scelte e il loro comportamento. Per questo di solito i riti posseggono un certo livello di violenza, e abituano a calpestare la dignità umana.
Qui non si vuole certo sottovalutare il potere del pensiero. Come i fisici più all’avanguardia ci insegnano, il pensiero è energia che può creare demoni e qualsivoglia realtà, rafforzando alcuni aspetti della psiche e indebolendone altri.(4)
(CONTINUA – PARTE SECONDA)

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AUTORITA’ CRIMINALI E CULTI MISTERICI - Parte Seconda - I Fratelli d’Italia chiamati a fregare l’Italia

Di Antonella Randazzo


La Massoneria propriamente detta, ovvero quella che permette anche a decine di migliaia di persone di aderire, dal punto di vista ideologico appare come un calderone in cui c’è tutto e il contrario di tutto: si propone come “tollerante” ma di fatto rappresenta un modo efficace per controllare le menti; si presenta come “umanistica” ma risulta soprattutto un modo per spogliare gli umani della loro umanità.
Le logge massoniche servono, nonostante il volto rispettabile che può essere dato, non solo a controllare le persone, ma anche ad organizzare e ad attuare una serie di crimini di vario genere: corruzione di funzionari, attentati terroristici, colpi di Stato, eliminazione di personaggi scomodi, ecc.
Anche se le società segrete possono acquisire nomi diversi, esse sono controllate da un unico centro di potere, che fa capo agli stegocrati, ovvero a coloro che hanno nelle loro mani il potere finanziario, economico, politico e mediatico.
Credere che queste associazioni possano avere scopi positivi sarebbe come credere che le banche operano per il bene dei popoli.
Come tutte le creazioni dell’attuale gruppo di potere, la natura evidente della massoneria risulta l’opposto rispetto alla sua verità, ma la maggior parte degli adepti non se ne accorge, ignorando ciò che avviene ai livelli più elevati.
Certamente esistono adepti che non sono affatto criminali, e che, anzi, sono persone per bene che credono con sincerità ad un presunto scopo positivo dell’associazione. Ma non dobbiamo dimenticare che se oggi ci troviamo nella situazione in cui siamo è per la credulità e l’ignoranza (intesa come non conoscenza del vero sistema attuale) di molte persone. Non essere capaci di riconoscere i tanti tranelli messi in atto dal gruppo dominante costa caro a tutti.
La maggior parte delle persone che aderiscono alla massoneria crede che i precetti della massoneria siano quelli che vengono loro insegnati, e alcuni ignorano persino che esistano alti livelli in cui i principi propagandati si ribaltano. Quasi tutti gli adepti non vanno oltre il terzo o quarto livello. Evidentemente, c’è una doppia faccia nella massoneria: per la maggior parte è un’associazione storica con principi “liberali” e “umanistici”, ma per chi la crea e la manovra è soltanto una fonte per controllare, formare e dirigere coloro che potranno avere ruoli importanti nei settori chiave del potere.

Ad oggi, la massoneria è un argomento poco trattato, che viene ammantato di mistero, come se non fosse possibile capire che molte autorità e personaggi che ricoprono ruoli finanziari, economici, mediatici e politici importanti sono quasi sempre massoni di grado elevato. Anche la mafia è stata per molto tempo ammantata da un alone di mistero, anche quando sapevano tutti che esisteva e quale ruolo avesse.
Esiste un forte legame fra mafia e massoneria.
I vertici mafiosi, per poter meglio coordinare alcune operazioni, sono strettamente collegati ai servizi segreti come la Cia e l’MI6, e alle logge massoniche.

L’Italia è stata messa sotto il controllo della massoneria sin dall’Unità, attraverso personaggi come Garibaldi, che era un noto massone di alto livello. Garibaldi ebbe il 33° grado della massoneria, che gli inglesi concedevano ai dittatori Sud Americani o a coloro che si mettevano completamente ai loro servigi. La spedizione dei Mille fu finanziata dalla massoneria inglese con somme enormi, parecchi milioni di dollari attuali. In realtà la Corona inglese ha utilizzato la massoneria, non per unire l’Italia, come è stato detto, ma per imporre a tutti gli italiani il potere (controllato) dei “Fratelli d’Italia”.
Lo storico Salvatore Lupo scrisse che "durante la cospirazione risorgimentale esisteva una rete clandestina ispirata alla massoneria".(5)
Il pentito Antonino Calderone raccontò anche che la massoneria fungeva da canale per stabilire i contatti fra funzionari statali e mafiosi.
Secondo il giudice Agostino Cordova la massoneria è da ritenere "'il tessuto connettivo della gestione del potere". All'interno di essa si trovano i personaggi più disonesti e corrotti. Negli anni Novanta, in Italia, c'erano 146 massoni indagati per mafia e reati politici, 83 dei quali accusati di riciclaggio di titoli rubati. Fra gli iscritti alle logge figuravano anche diversi poliziotti e carabinieri, accusati da Cordova di "impedire le indagini".(6)
Secondo il pentito Leonardo Messina, la collaborazione fra mafiosi e massoneria non è affatto rara, al contrario, quasi tutti i capimafia frequentano assiduamente le logge massoniche, e l'intero vertice di Cosa Nostra è affiliato alla massoneria. Mutolo parlò delle logge come di "un punto d'incontro per tutti". Ciò fa emergere la consonanza di interessi, di ruoli e di metodi. La stessa strategia di mascherare, occultare o nascondere appartiene sia alla mafia che ai servizi segreti e alle logge massoniche. Si parla di "servizi deviati" o di massoneria "deviata" per proteggere un presunto ruolo corretto di queste organizzazioni, ma in realtà esse sono per loro natura inclini al segreto e al controllo. Se operano per nascondere significa che hanno qualcosa da nascondere.
Pur dovendo constatare gli stretti legami fra massoneria e mafia, occorre fare alcune distinzioni. La mafia, avendo come scopo anche quello di soggiogare la popolazione, non può essere completamente occulta, al contrario, essa deve dare chiari segnali alla popolazione della sua esistenza. Tutti sanno chi sono i mafiosi e dove abitano, e molti sono costretti a prendere atto degli omicidi commessi dalle cosche. I mafiosi continuano ad abitare nelle zone di origine, anche quando ormai sono assai noti, gli unici a non sapere chi sono e dove abitano sono le istituzioni, dato che non li fanno arrestare. Molte famiglie mafiose, come ad esempio quella dei Corleonesi, erano state identificate già negli anni Cinquanta, ma soltanto nel periodo del pool si ebbe una vera strategia per abbattere il loro potere.
E’ vero che per molti anni le autorità hanno cercato di negare l’esistenza della mafia, ma nel sud le persone sapevano benissimo che c’era, e dovevano saperlo per esserne soggiogati, o perché erano costrette a pagare il pizzo.

Persone come Falcone e Borsellino avevano capito i legami fra mafia e massoneria, e per questo sono state condannate a morte. Più recentemente, anche magistrati come De Magistris e Woodcock hanno scoperto stretti legami fra politici, mafiosi e massoni. Talvolta un personaggio può appartenere a tutte e tre le categorie. Esistono reti di grave corruzione scoperte da De Magistris, che per questo è stato messo nelle condizioni di non poter continuare le sue indagini.
La massoneria italiana raccoglie molti personaggi del panorama finanziario, economico, mediatico e politico italiano, in totale segreto, anche se per le nostre leggi è illegale creare associazioni segrete.
Come molti sanno, in Italia è stato realizzato il piano della cosiddetta Loggia Propaganda 2, per evitare che gli italiani pretendessero una maggiore apertura democratica.
La Legge n.17 del 25 gennaio 1982 (detta Legge Anselmi), fu approvata in seguito allo scandalo della Loggia Propaganda Due, con lo scopo di sciogliere la P2 e rendere illegali tutte le associazioni segrete con obiettivi analoghi. La legge ribadiva un principio presente nella Costituzione Italiana, al secondo comma dell'articolo 18, che considera illegali le associazioni segrete con scopi politici e a carattere militare. Questo faceva apparire il pericolo come scampato e dava l’idea che ormai appartenesse al passato. Di fatto però non si fece nulla per impedire che salissero al potere i personaggi che agivano per realizzare il piano della P2. Il sistema agì come un prestigiatore: mostrava una realtà che non esisteva, mentre ne realizzava un’altra, proprio quella che faceva apparire come smascherata e distrutta. Sotto i nostri occhi ci è stata data la fregatura.

Secondo la giornalista Concita De Gregorio, che ha intervistato Licio Gelli, la “strana” attività di questo inquietante personaggio non appartiene certo al passato.
Spiega la De Gregorio: “(Gelli) è un uomo… (che) lavora a pieno ritmo, ha vari uffici in cui riceve ospiti ogni giorno… ha un’agenda fittissima e una serie di segretarie che lavorano per lui a tempo pieno. Io l’ho incontrato a villa Wanda, ad Arezzo, nella sua abitazione… è in grande attività, riceve personalità straniere, politici, imprenditori… per la gran parte italiani, ed è un uomo… che ha come un crocevia di affari internazionali… stupisce questo disinteresse che c’è attorno alla figura di Gelli, che è come se appartenesse al passato, in realtà appartiene al presente, è lì e lavora… il suo piano si è realizzato, nell’intervista… ha parlato di uomini politici attualmente in carica, fa dei nomi che sono ancora quelli, la classe politica di allora è la stessa di oggi, è difficile immaginare che anche i progetti, i programmi siano cambiati… alla fine il progetto realizzato è quello di Gelli”.(7)

Non è difficile immaginare di che “lavoro” si tratti, visti i precedenti, e nemmeno i personaggi che chiedono le sue “consulenze”. Del resto, lo stesso Gelli non nega il potere che la loggia che egli “dirigeva” ha avuto nel creare, com’era nei piani, un sistema dittatoriale dotato di parvenza democratica.

Dunque, non c’è dubbio che anche in Italia i gruppi massonici hanno esercitato ed esercitano un potere antidemocratico, attraverso la creazione di una vasta rete sotterranea che riunisce i personaggi più importanti in molti settori, per “affiliarli” e controllarli. Chi è fedele all’affiliazione è colui che ha più probabilità di avere fama, soldi e potere. Chi è affiliato è una pedina (più o meno importante) controllabile, fedele e manovrabile.

Il principio di segretezza della massoneria permette di agire in modo illegale e criminale senza essere perseguiti, e spesso senza far capire chi sono i responsabili e come abbiano agito.

Come denunciò John Kennedy poco tempo prima di essere ucciso: “La parola ‘segretezza’ è ripugnante in una società aperta e libera, e noi come popolo ci siamo opposti, intrinsecamente e storicamente, alle società segrete, ai giuramenti segreti, e alle riunioni segrete. Siamo di fronte, in tutto il mondo, ad una cospirazione monolitica e spietata, basata soprattutto su mezzi segreti per espandere la sua sfera d’influenza”.(8)

La segretezza protegge le attività criminali delle autorità, e dunque conferisce un potere assoluto ad alcune persone, che potranno commettere qualsiasi crimine senza essere perseguite.
Quando viene sollevato seriamente il problema della massoneria e della segretezza, alcune autorità intervistate ci scherzano sopra come a prendere in giro e ad additare come bizzarre tutte le persone che si accorgono di queste realtà. Deridere, etichettare come “cospirazionisti” e “paranoici” o trattare come persone strane e sospettose, sono metodi per far cadere nel vuoto le accuse di chi si accorge che c’è un gruppo di potere che utilizza metodi criminali per continuare a dominare. Cercando di screditare coloro che sollevano il problema cercano anche di evitare di fare la dovuta chiarezza.

Anche le autorità vaticane si valgono di un’organizzazione che ricalca la struttura e le funzioni tipiche di un’organizzazione massonica, ovvero l’Opus Dei. Per molti autori si tratta di un centro potentissimo, che, insieme alla Curia Romana si occuperebbe di proteggere ed estendere il potere e gli affari del Vaticano, anche attraverso mezzi di arricchimento finanziario ed eliminando tutto ciò che potrebbe intralciare. L’Opus Dei è diffusa in molti paesi del mondo, e si occuperebbe anche di controllare le cariche ecclesiali di alto grado.

Secondo alcuni antropologi i culti misterici contengono ideologie che mirano al potere assoggettando persone che poi saranno utilizzate per i propri scopi. Il satanismo appartiene a questa categoria, come anche le sette segrete che professano altre finalità.
Ogni tanto alcuni personaggi, come l’ex Gran Maestro Giuliano di Bernardo, denunciano aspetti strani della massoneria, ma queste persone parlano di “massoneria deviata”, facendo credere che la massoneria in quanto tale sarebbe un’organizzazione accettabile. Si trascura di parlare degli aspetti perlomeno strani di questa organizzazione. Non si spiega il persistere di un’organizzazione segreta che nel passato dichiarava di avere motivazioni “cospirative” contro i regimi dittatoriali e assolutistici dell’epoca. Oggi, che ci dicono di essere in una democrazia, quali scopi avrebbe la segretezza?
Quale scopo avrebbe la ritualistica, se non si tratta di una religione?
Perché gli alti gradi vengono tenuti nascosti alla maggior parte degli stessi adepti?
Perché aderiscono alla massoneria generali, giudici, alte cariche dell’esercito, finanzieri, imprenditori e politici fra i più importanti? Quale sarebbe lo scopo di ciò all’interno di una presunta “democrazia”? E perché la maggior parte di essi nasconde di essere massone, specie se si tratta di persone influenti?

Esistono, com’è noto, segni e simboli che svelano l’appartenenza alla massoneria, alcuni dei quali sono riconosciuti soltanto dagli stessi massoni, e fungono da segnali segreti per ricondurre persone di diversa nazionalità o sconosciute fra loro ad uno stesso “territorio”. Esistono segnali scambiati mentre si porge la mano, speciali saluti, oppure piccoli oggetti (anelli, spillette, ecc.) che possono essere posseduti soltanto da massoni.

La dottoressa antropologa Cecilia Gatto Trocchi scoprì come personaggi che utilizzavano diverse ideologie poi convergevano con disinvoltura nella massoneria o nei culti esoterici: “ Ho scoperto tutta una lunga corrente di persone che sono passate dal marxismo all’esoterismo… nelle logge si legge l’inno a Satana di Carducci… è una visione spiritualista che si contrappone a quella cristiana”.(9)
Questo proverebbe la funzione manipolatrice delle ideologie dominanti, al pari con i culti misterici di natura massonica.

Che razza di persone sono quelle che si mettono nude in una bara, che fanno pratiche sessuali davanti al gruppo o si fanno umiliare sessualmente? Che promettono segretezza e si fanno manipolare mentalmente da un presunto “maestro occulto”? Cosa penseremmo comunemente di persone che si comportano così? Come minimo che hanno qualcosa che non quadra e che dovrebbero farsi seguire da qualcuno, eppure queste persone non soltanto passano per essere “normali”, ma addirittura ricoprono cariche importantissime.

Le domande sono: possiamo continuare ad accettare che questo genere di persone governi il mondo?
Perché mai dovremmo accettare che persone così squilibrate esercitino un potere enorme sui popoli del mondo?

Ci si augura che molte persone non cedano all’inganno di credere che queste cose non siano vere o che chi le solleva è solo un “paranoico complottista”.
Non è chi denuncia tutto questo ad essere squilibrato, ma chi lo crea e lo pratica.
Per quanto queste cose appaiano assurde e incredibili, purtroppo sono vere: siamo imprigionati in un sistema guidato da persone mentalmente compromesse, che si spacciano per autorevoli personaggi, e le nostre autorità, essendo loro complici, ce le presentano come tali.
Chi volesse approfondire l’argomento troverà molti libri di notevole qualità, che chissà perché non vengono mai discussi nei salotti televisivi.
L’unica strada percorribile è quella di divenire coscienti della vera realtà, e rigettare completamente tutti gli attuali criminali al potere.
Conoscere la natura dell’attuale potere criminale è il solo modo per poter diventare consapevoli e poterlo distruggere. Come qualcuno ha detto, non c’è libertà finché si è soggetti all’inganno.



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NOTE

1) http://www.youtube.com/watch?v=sfM6ezcgiYA&feature=related
2) Per capire chi sono gli stegocrati si veda: http://antonellarandazzo.blogspot.com/2008/03/lipotesi-stegocratica-parte-prima-il.html
3) Millennium 2000, filmed in 1993
http://it.youtube.com/watch?v=BVzmKq0aaUg&feature=related
4)A questo proposito si veda: http://www.youtube.com/watch?v=-1IL9l6Z8rA&feature=related
5) Lupo Salvatore, "Storia della mafia", Donzelli Editore, Roma 1996, p. 59.
6) Nicastro Franco, Mafia, 007 e Massoni, Edizioni Arbor, Palermo 1993, p. 186.
7) “Primo Piano”, RaiTre, http://www.youtube.com/watch?v=AnV59_dIhSU&feature=related
8) Discorso pronunciato il 27 Aprile 1961 dal Presidente John Fitzgerald Kennedy al cospetto dei massimi rappresentanti della Stampa USA (la American Newspaper Publishers Association) riuniti presso l’Hotel Waldorf-Astoria di New York.
9) http://it.youtube.com/watch?v=_YNo1AO92Q4&feature=related



BIBLIOGRAFIA

Gatto Trotti Cecilia, “Storia esoterica d’Italia”, Piemme 2001.
Lupo Salvatore, "Storia della mafia", Donzelli Editore, Roma 1996.
Nicastro Franco, “Mafia, 007 e Massoni”, Edizioni Arbor, Palermo 1993.
Pantaleone Michele, “Mafia e politica”, Einaudi, Torino 1962.
Pinotti Ferruccio, “Fratelli D’italia”, BUR, Milano 2007.
Tranfaglia Nicola, “La mafia come metodo”, Laterza, Roma-Bari 1991.

Massoni in Parlamento

In questo video apparirebbe un tipo di saluto massonico scambiato fra i parlamentari Paolo Bonaiuti, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega all'editoria, e forse (non sono sicura) il leghista Roberto Cota. Esso consiste nello stringere invece che la mano della persona il suo braccio. Un altro saluto, meno “visivo” consiste nel darsi la mano e toccare con un dito il palmo della mano dell’altro. Si presume che questi “segni” di riconoscimento siano quotidiani nel nostro attuale Parlamento, poiché gran parte degli attuali politici sarebbe affiliato ad una loggia massonica, anche se nessuno lo dice.
I legami fra politici e massoneria nel nostro paese sono, talvolta facili da inferire. Ad esempio, Romano Prodi, nel 2007, attraverso il sottosegretario Elidio De Paoli, ha portato un saluto del governo italiano durante la riunione di apertura del GOI (Grande Oriente d’Italia). De Paoli presentò la massoneria come un’associazione autorevole o addirittura “vittima”: “La repubblica e il Governo vi salutano, la Repubblica si riconosce nei valori della massoneria… La Massoneria è stata un baluardo nella difesa della libertà del cittadino pagandone un prezzo durissimo soprattutto durante il fascismo”. Ovviamente, nessun cenno sul "Piano di Rinascita Democratica" della Loggia P2 e nessuna parola sulla segretezza che aleggia in questi gruppi.
Se avete votato, probabilmente, nell’80/90% dei casi avete dato il vostro voto ad un massone, ovvero ad una persona che ha fatto un giuramento segreto, che sovrasta o annulla la possibilità di operare veramente a servizio della comunità. Impedire che questo avvenga è uno degli scopi principali della massoneria.

mercoledì

UN CUORE UMANO

Di Antonella Randazzo


Al di là della realtà sempre più inquietante offerta dai media, c’è dell’altro.
Gli esseri umani non sono soltanto serial killer, “terroristi” o torturatori, come i mass media ci vorrebbero far credere.
I media non trattano i casi in cui i protagonisti sono d’altro genere. Si tratta di persone generose, compassionevoli e coraggiose nel far prevalere l’empatia, l’amore sull’odio, anche quando ciò non è conveniente.
Ad esempio, lo scorso 9 luglio nei cieli di Shiwashan, in Afghanistan, due piloti italiani si sono rifiutati di aprire il fuoco contro civili, agendo in modo contrario alle richieste. Uccidere civili è un fatto consueto nelle cosiddette “missioni di pace”, anche se i media non lo dicono.
Il responsabile del comparto Difesa dell'Osservatorio militare, Domenico Leggiero, dialogò con i due piloti presso l'ospedale militare romano del Celio, dove si trovavano ricoverati. Essi raccontarono che, nonostante fossero stati colpiti da “fuoco ostile” decisero di non rispondere perché ciò avrebbe significato sparare contro case di civili e rischiare di uccidere donne e bambini.
Dunque, i due aerei Mangusta si rifiutarono di aprire il fuoco, e i piloti furono immediatamente messi in condizioni di dover rispondere al “grave” comportamento, con la conseguenza di dover essere ricoverati per “sindrome da stress post-traumatico”.
I protagonisti del fatto, il tenente Gabriele Rame e l’aviere Francesco Manco, raccontarono che alcuni colpi di armi leggere graffiarono appena il timone di coda del Mangusta, e dunque ritennero di non dover aprire il fuoco con i loro potenti cannoncini rotanti da 20 millimetri, che avrebbero potuto uccidere persone innocenti. Di conseguenza decisero di sorvolare, ma tale decisione fatta col “cuore umano” non fu gradita, e immediatamente i due piloti furono presentati al comando per dare spiegazioni, come si trattasse di un grave reato.
I due piloti si difesero dicendo che in fondo essi stavano svolgendo una “missione di pace” che poteva prevedere di evitare di rispondere al fuoco, specie quando c’è la certezza di uccidere civili. Tali argomenti erano del tutto ragionevoli, e si decise di non aprire una procedura disciplinare, limitandosi a rimpatriarli immediatamente, forse per timore che tale comportamento potesse essere "contagioso".

Secondo Leggiero “La loro decisione è stata un atto di alto profilo etico e morale, che come pilota mi sento di condividere al cento per cento”.(1)
Ma in ambito militare ha serpeggiato da subito un’aria di grave riprovazione, facendo intendere che tali piloti avessero mostrato debolezza o vigliaccheria, e che fossero poveri “traumatizzati” da aiutare. In realtà il logoramento psichico, se c’era, era dovuto al trattamento che essi ebbero dopo il fatto, ovvero essi furono trattati da “colpevoli”, o da persone inette, inadatte ai loro compiti. In ambito militare sembrerebbe che essi, con tale atto sensibile, abbiano compromesso la loro carriera futura.
Ad ogni modo, sarebbe stata negata loro l’assistenza psicologica per stress di guerra, dato che il nostro paese non ammette di essere in guerra. Spiega l’avvocato Angelo Tartaglia, esperto di diritto militare: “Nessun assistenza è garantita ai reduci con Ptsd (stress post traumatico da combattimento). Nel nostro paese lo Stato non ha mai riconosciuto questa sindrome. Manca completamente una normativa al riguardo ed è sempre mancata la volontà politica del Ministero della Difesa, di qualsiasi colore politico esso fosse, di affrontare questa realtà. I militari che tornano dal fronte psicologicamente traumatizzati da eventi bellici, con tanto di diagnosi da Ptsd, possono ottenere il riconoscimento della causa di servizio, quindi un risarcimento, o il congedo con pensione di invalidità, ma non ricevono dallo Stato nessuna forma di assistenza terapeutica post-traumatica. Questa è demandata all’iniziativa del singolo, che deve provvedere da solo a rivolgersi a strutture sanitarie specializzate. Il problema è tutto politico, legato al fatto che i nostri governi continuano a parlare di ‘missioni di pace’ negando la vera natura di queste missioni militari”.(2)

Non soltanto viene negata la guerra, ma le notizie che vengono date su queste “missioni” sono spesso alterate, modificate, sono simil-vere, ovvero piene di particolari falsi. Ad esempio, la storia dei due piloti è stata raccontata come un’imboscata da cui i piloti si erano difesi ed erano rimasti feriti. Scriveva Il "Corriere della Sera" del 9 luglio: “Due militari italiani sono rimasti feriti in un'imboscata nell'ovest dell'Afghanistan. Sono fucilieri dell'aria dell'Aeronautica: un ufficiale e un sottufficiale… I militari sono stati vittime di una vera e propria imboscata. La pattuglia è stata attaccata con lanciarazzi e raffiche di kalashnikov, mentre stava svolgendo un pattugliamento anti-mortaio a circa 5 chilometri a nordest da Herat. La pattuglia era composta da due Vtlm Lince: i militari italiani hanno subito risposto al fuoco, ma gli aggressori si sono dileguati. Hanno quindi messo in sicurezza la zona in attesa dell'arrivo dei soccorsi… Anche il presidente del Senato, Renato Schifani, ha inviato un messaggio a Camporini: «La notizia del ferimento dei due soldati italiani in missione in Afghanistan ci ha fortemente preoccupato. A nome mio personale e dell'intera Assemblea di Palazzo Madama, desidero esprimere la nostra più sincera vicinanza ai militari feriti nell'attentato, augurando loro pronta e completa guarigione. Il Senato rimane al fianco dei nostri militari che, con altissima professionalità e senso del dovere, stanno compiendo una missione fondamentale per la tutela della pace… Si è trattato - ha detto il ministro della Difesa, La Russa - di un attacco in una zona normalmente abbastanza tranquilla, ma questo dimostra che, senza bisogno di cambiare nessun atteggiamento, non c’è in realtà nessuna zona tranquilla quando si è in missione di pace. E questo è un merito ancora maggiore per i nostri soldati che fanno ogni giorno il loro dovere”.
Nessuna parola sulla vera dinamica dei fatti, come se dire la verità fosse una vergogna per chi deve “portare la pace” uccidendo civili.
Soltanto quando i piloti arrivarono a Ciampino si seppe la verità sul fatto, ma i media non smentirono le sciocchezze che avevano scritto o detto. Soltanto alla fine di luglio qualche giornale raccontò i fatti in modo più realistico, curandosi però di porre l’accento sulla “nevrosi da guerra”. Ovviamente, nessun giornale di regime ha esaltato il gesto dei piloti come eroico, o perlomeno "umano".
Sembrerebbe che fatti analoghi abbiano visto coinvolti anche soldati di altre nazionalità, ad esempio tedeschi, che non hanno voluto uccidere civili. Un gruppo di ufficiali tedeschi avrebbe scritto una lettera aperta al Parlamento tedesco, chiedendo chiaramente il ritiro delle truppe dall’Afghanistan, facendo notare l’assurdità di combattere una guerra contro un popolo inerme.

Il nostro governo attuale sta cercando di rendere “normale” anche il combattimento, spacciandolo sempre per “difensivo”. Berlusconi si vanta di essere un “fedele alleato” degli Usa, e come tale rende complice il nostro paese delle guerre coloniali anglo-statunitensi, che a noi costano soltanto molto denaro pubblico, vite umane e l’umiliazione morale di essere trascinati nel degrado dal gruppo criminale oggi imperante.

Le nostre autorità fanno in modo che i nostri militari appaiano sempre come “eroi che proteggono la pace e la sicurezza”, ma per far questo è implicito che devono combattere e uccidere. Quando qualche soldato viene ferito o ucciso non raccontano che spesso si tratta di combattimenti veri e propri, e che in molti casi sono state uccise persone inermi, bambini, donne o vecchi. Le vittime civili afgane non hanno mai nome, semplicemente non esistono. Quando qualche militare non si conforma ai loro voleri, o capisce che le “missioni di pace” a cui loro alludono non esistono, oppure vorrebbe raccontare fatti scottanti, ecco che viene attivata la censura.

I nostri militari non sono tutti fanatici dell’uso della forza, al contrario, molti di essi entrano nell’arma perché non trovano lavoro, oppure perché idealizzano le istituzioni, e ne vedono soltanto il volto benevolo e prosociale propagandato dai media. Molti di essi hanno vissuto fatti agghiaccianti, ma non raccontano nulla per “fedeltà all’arma” o perché ciò potrebbe costare loro molto caro. Altri cercano in vari modi di sfuggire allo stress della situazione assurda che sono costretti a vivere.

Per superare il trauma, il regista Aureliano Amadei, sopravvissuto alla strage di Nassiriya, insieme a Francesco Trento ha scritto il libro "Venti sigarette a Nassiriya" (pubblicato da Einaudi). Spiega Amadei: “penso che sia riprovevole che quanto accaduto a Nassiriya sia stato usato in maniera mediatica per demolire gli sforzi che la società civile aveva fatto per sostenere l'estraneità dell'Italia a questo conflitto. Si sono voluti imporre dei cambiamenti di toni. Parole come "resistenza irachena" sono diventate dei tabù. Si deve parlare obbligatoriamente di "terroristi… Io ero contrario alla presenza delle nostre truppe in Iraq… Ma all'indomani della strage di Nassiriya, chi era contro la nostra presenza in quel paese era come se fosse un filoterrorista. Tutto grazie al modo in cui i mass media hanno trattato la vicenda. Ricordo ancora la scenografia del ‘Porta a Porta’ di Vespa dopo la strage: dietro di lui c'era scritto a lettere cubitali ‘Il nostro 11 settembre’… Sono deluso, non esiste più l'oggettività della notizia, gestita diversamente la strage di Nassiriya poteva essere la dimostrazione dell'assurdità della nostra presenza lì, non l'esaltazione dell'orgoglio nazionale e del patriottismo… Io non sarei dovuto essere lì. Sono partito per girare una fiction celebrativa dei nostri militari in servizio nel sud dell’Iraq, con tanto di attori. Non si trattava di un documentario, quindi non era necessario riprendere i luoghi esatti. Era finzione, quindi sarebbe bastato andare in Giordania, dove era più sicuro e dove il paesaggio è del tutto simile a quello iracheno. I ministeri che hanno commissionato il lavoro ci hanno mandato invece stranamente a girare in loco, in totale disprezzo del pericolo, nonostante le informative che ho già citato. La cosa assurda è che oggi se chiedessi i permessi per girare qualcosa sulle pendici dell’Etna o in autostrada, me li negherebbero perché è troppo pericoloso! ”.(3)

I media non parlano nemmeno dei tanti militari morti o malati in seguito all’uranio impoverito. Fonti ufficiali calcolano 255 militari italiani ammalati di cancro in seguito alle “missioni” estere. Ma altre fonti, come l’Osservatorio militare, sostengono che sarebbero molti di più. L'Osservatorio parla addirittura di “2.536 militari affetti da patologie tumorali, di cui 164 deceduti”. Le menzogne non risparmierebbero dunque nemmeno le vittime italiane delle “missioni di pace”, le cui famiglie spesso non vengono aiutate né materialmente né moralmente.

Decine di filmati, girati talvolta dagli stessi soldati, parlano dell’inferno afgano. Questi filmati mostrano il vero volto della guerra: il disprezzo per i civili, la spacconeria bellica, i traumi dei soldati feriti, le bombe e la disumanizzazione del nemico. Una guerra feroce che si combatte soprattutto contro i civili, che le nostre autorità hanno ancora la faccia tosta di chiamare “missione di pace”.
Una guerra che richiama le classiche guerre coloniali, come quella del Vietnam. In Vietnam i soldati utilizzavano il nome in “Charlie” per indicare il vietcong, e oggi in Afghanistan si usa il mone “Terry” (da “terrorist”) per indicare il nemico. Alcuni soldati cantano una filastrocca per incitarsi alla battaglia. La filastrocca dice: “Stai attento Terry, ti stiamo dando la caccia, non ci sono nascondigli per te a Sangin. Ti cagherai sotto quando spareremo i calibro 50: fuggire ti servirà solo a morire stanco. Gli A-10 sono pronti a riempirti di piombo. Non ce ne frega un cazzo che tu sia senza cibo e acqua. Trema Terry: i Parà sono arrivati e ora attaccheremo la città”. In alcuni video c’è violenza gratuita contro civili inermi (soprattutto da parte di soldati inglesi e statunitensi), una violenza praticata con impeto selvaggio, con una crudeltà indescrivibile.

In quest’inferno è eroico mantenere un cuore umano. Scegliere di dare potere alla capacità di rispecchiarsi nell’altro, comprendendo che gli esseri umani sono fatti per coesistere socialmente in modo costruttivo, e non per distruggersi a vicenda nel nome di chissà quale ideologia di potere.
Per fortuna il mondo non è fatto soltanto da guerrafondai, ci sono miliardi di persone dotate di un cuore umano, che ripudiano la guerra. Il problema è che finché ci sarà il dominio di pochi criminali avere un cuore umano può addirittura costare molto caro. Gli stegocrati ribaltano la logica: agire con il cuore sarebbe da punire, mentre diventare feroci criminali a loro servizio deve essere premiato, la guerra è pace e la dittatura feroce è libertà.
Sottostare al loro potere significa poter diventare disumani e credere di essere eroici “patrioti”.
Come disse lo studioso Dick Bierman, "Ci addestrano per farci diventare dei mostri… siamo spinti... a dividerci, ma questo non è giusto. Potremmo essere collegati tra di noi molto più profondamente ed intimamente di quanto pensiamo."



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"La distruzione dell'Afghanistan"
http://www.disinformazione.it/distruzione_afghanistan.htm


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